Ho il cancro. Il blog di una malata coccolata, viziata, amata, fortunata


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Il paradiso è qui

Quella di ieri è stata una giornata che ricorderò per sempre.

Ho messo in pratica la mia strategia e, con grande, grandissimo, sforzo, mi sono alzata da letto e sono riuscita a passare una giornata veramente indimenticabile.
Sarà stato merito anche del cortisone in più, certo.
Sarà stato merito anche della morfina in più, senz'altro.
Ma io credo che la mia forza di volontà abbia fatto la maggior parte del lavoro.
Certo è che comportarsi così è una gran faticaccia e… se stai male, stai male, non c'è niente da fare, non si può fingere. Infatti ieri è andata bene, ma stanotte non ho chiuso occhio per le fusa dei miei bronchi e oggi sono stata a letto ko.

Ma ieri, ieriiii…
Che giornata!!!
Fin dalla mattina, quando ho portato la dottoressa ElleElle al cimitero da Ale.
E poi il pranzo, con amici e parenti meravigliosi.
E dopo pranzo, tutti insieme al… "sogno"…
E il pomeriggio… Mamma mia…
Vi dico solo che se cercate un angolo di paradiso in Toscana potete chiedere a me e vi ci porterò. Si tratta di un agriturismo, ma chiamarlo agriturismo è riduttivo. E' veramente un angolo di paradiso e ieri ho avuto la fortuna di godermelo per tutto il giorno.
Ma non da sola.
Ho avuto la grande, mega,  fortuna di condividere questo piacere con tanti amici, il che rende tutto ancora più bello.

E allora oggi io dico grazie.
Perché una giornata come quella di ieri, mi ripaga di 15 giorni passati a letto.
Una giornata come quella di ieri mi ricorda quanto è bello vivere, quanto è bello sognare, quanto è bello amare ed essere amati.
Una giornata come quella di ieri mi conferma quanto io sia coccolata, viziata, amata e fortunata.
Una giornata come quella di ieri mi aiuta a non pensare alla radioterapia che dovrò subire fra poco ore alla mia testa. Sbruciacchieranno le due bestiacce che ho nell'encefalo, ma io sono serena, non ho paura, perché so che quando mi faranno sdraiare sul lettino io ripenserò a domenica e tutto andrà bene.

E allora grazie.
Grazie a "Qualcuno", alla Mamy, ad Ale e alla dottoressa ElleElle.
Grazie a Claudia, Vittorio, Rina, Alessandro e Francesca.
Grazie a "D&D", alla "Giuliadottore" e a "Leodellagiuliadottore".
Grazie a Silvia, Carla e Roberto.
Grazie a "Gizzu", alla "Babybaby" e alla Petra.
E grazie a tutti voi per il sostegno che mi date.


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Eccomi qua

Venerdì sono stata a Livorno a fare la chemio.
Il viaggio in ambulanza non è stato proprio piacevolissimo. Si passa con una certa facilità da 40 gradi a meno 20… quasi quasi faccio un complaint alla mia ASL… con tutto quello che mi fanno spendere!

Ah, non spendo niente?
Ok, allora il viaggio è stato ottimo!

Arrivata a Livorno per prima cosa mi hanno fatto l'emocromo, poi un'ecografia ai polmoni e poi la chemio.
Ma andiamo per gradi.

Emocromo e chemio: l'emoglobina è salita a 8.6 per cui… niente bistecca liquida, ma chemio light, come la chiamo io, ovvero, una riduzione del 25% del farmaco. In pratica però è cambiato poco per quanto riguarda gli effetti collaterali, perché anche se sabato non sono stata malaccio, da domenica ho di nuovo un super febbrone, dolori diffusi e una devastante astenia che mi costringe a letto incapace di fare qualunque cosa, come sempre. Uff.

Ecografia: hanno verificato l'entità della pipì delle bestiacce nei polmoni e, grazie al Cielo, non è così abbondante. Non c'è stato bisogno di fare la (terza) toracentesi. Mi tengo quel versamento pleurico finché non dà troppo fastidio. Perfetto.

Quindi… tutto sotto controllo, direi, no?
Beh, più o meno…

Il fatto è che quando sono stata a fare l'ecografia c'era un'infermiera un po'… curiosa… Non mi fraintendete, è stata molto carina, mi ha aiutata a spogliarmi, pulirmi dal gel, rivestirmi, mi ha fatto dei grandi sorrisoni… però le è venuto da farmi qualche domandina.
Forse l'avrei fatto anch'io, intendiamoci, anche perché potevamo essere coetanee e la curiosità, si sa, è femmina! Però… a me ha dato un po' fastidio perché mi sono ritrovata faccia a faccia con la relatà.
Mi spiego.

"Oh come te ne sei accorta?"
"Eh, dalla ginecologa/palpazione al seno/pallottola/vedrai non è niente/ecografia/vedrai non è niente/tru-cut/vedrai non è niente/non è una pallottola ma una bestiaccia… ecc… ecc…"
"Ah, cavoli e hai fatto chemio?"
"Sì, chemio, intervento, chemio, intervento, chemio… finché non sembrava tutto a posto, ma come vedi rieccomi qua. Pazienza."

E lì speravo di finire quel discorso.
Voglio dire: siamo in un reparto di pneumologia… sarà chiaro che ho qualcosa da quelle parti che non va?
Evidentemente no.

"Ho capito. E poi?"
"E poi mi hanno trovato una metastasi ai linfonodi del torace. E poi ai polmoni. E poi all'encefalo. E poi al fegato."

E lì ho abbassato gli ochi, ho fatto un sorriso e ho buttato là una frase fatta "va bene, dai, vedremo".

E poi ho iniziato a ipotizzare il suo pensiero che quasi certamente sarà stato:
A) come fa questa ad essere ancora viva?
B) n'avrà per tre ca'ate ( tipica espressione toscana per dire "évicina alla morte");
C) che cazzo ci avrà da ride? Poverina, dev'essere un po' scema…

Sul pensiero "C" mi ci faccio una grassa risata. Sui pensieri "A" e "B" una grossa riflessione.

Comincio a credere che sia il pensiero di molti. Comincio a credere che in tanti mi vedano già con un piede nella fossa. E mi dispiace, perché anche se veramente fossi vicina al trapasso, beh, vorrei gente sincera, schietta, amica accanto a me. Certo, non pretendo che la gente mi chieda se ho scelto la bara e i canti per la Messa, però vorrei un po' più di sincerità.
Per quale motivo?
Non lo so.
Forse ho scritto un'enorme cazzata. Forse non mi rendo più conto di quanto è difficile stare vicino a un malato. Forse dovrei davvero prendere in considerazione il pensiero "C": poverina… sono proprio un po' scema…


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No bono

Io ho un amico che si chiama Moustapha.
Ha 23 anni (o 24? Uhm… non ricordo…), è senegalese e di mestiere fa il "vu cumprà". Anche se, a dirla tutta, è un "vu cumprà" un po' particolare… Non è di quelli che ti chiamano, ti stressano per comprare qualcosa… No, lui no. A lui le cose gliele devi chiedere e se ha voglia vende, altrimenti pazienza, venderà ad un'altra persona o venderà un altro giorno. E' un "vu cumprà" stanco. E' un "vu cumprà" che comincia a lavorare alle dieci la mattina e all'una smette perché deve mangiare, pregare, fare la pennichella. Ricomincia alle quattro, per un paio d'ore o tre, non di più. Abita a Carrara e d'estate lavora là, sulle spiagge, d'inverno a Montecatini Terme.
E' a lui che devo il nomignolo "Giuliadottore". E' lui che iniziò a chiamarla così quando gliela presentai.
Io gli voglio un mondo di bene e lui ne vuole a me.
Quando gli dissi della malattia lui mi disse "no bono (con la prima o acuta), mi dispiace, ma te sei tanto bella e tanto brava, passerà". E continua a dirmelo tuttora, ogni volta che ci sentiamo per telefono.
"No bono" è la sua tipica espressione di disappunto.
Se vede qualcuno fumare dice "no bono".
Nel periodo in cui non ero fidanzata e andavo a giro la notte per locali mi diceva "no bono".
Quando seppe che mi stavo licenziando dal posto dove lavoravo all'epoca e dove ci vedevamo tutti i giorni mi disse "no bono".
E a me quell'espressione è rimasta. L'ho fatta un po' mia perché mi piace, mi fa tenerezza.

E giovedì, quando sono andata a Livorno per avere i risultati della tac e per fare la chemio, vedendo gli sguardi delle mie oncologhe, notando una certa accuratezza nel visitarmi, ho pensato immediatamente "NO BONO".
E infatti, gente mia, no bono per niente.
Dopo il tumore al seno ci voleva una metastasi ai linfonodi del torace e ai polmoni.
Ma evidentemente non bastava: ci voleva acnhe una metastasi all'encefalo.
E probabilmente tutto 'sto popò di roba non era sufficiente perché… reggetevi forte… ho ANCHE una metastasi al fegato.

La chemio, evidentemente, non sta funzionando per cui me l'hanno cambiata e giovedì l'ho subito cominciata.
Da giovedì sono a letto con la febbre alta, un'astenia abbestia, incapace di fare qualunque cosa, piena di dolori, con grosse difficoltà a respirare (adesso risolte grazie al cortisone) e con le mucositi in bocca.

E che altro volete che aggiunga?
Come volete che mi senta?
Ogni parola sarebbe inutile e non mi va di star qui a piangermi addosso e lamentarmi.
Continuerò a lottare, come ho sempre fatto, consapevole del fatto che forse non vedrò mai la laurea della Petra, non conoscerò mai la fidanzata di Jacopo e mi perderò il diploma di Sara. Ma so anche che quello che mi resta da vivere me lo godrò il più possibile. Nei momenti in cui starò bene penserò… a star bene, punto e basta.
E vaffanxxxx.


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L'ostrica

Disse un'ostrica ad una vicina:  "ho veramente un grande dolore dentro di me. È qualcosa di pesante e di tondo e sono stremata". Rispose l'altra con borioso compiacimento:  "sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me. Sto bene e sono sana sia dentro sia fuori".
Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche  e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro sia fuori: "si, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta dentro di sé è una perla di straordinaria bellezza". È la grazia più grande per l'ostrica. Quando le entra dentro un granello di sabbia, una pietruzza che la ferisce, non si mette a piangere, non strepita, non si dispera. Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla: un capolavoro della natura.

Grazie "Giuliadottore"!


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Innamorata

Il 2 giugno, giorno del nostro terzo anniversario, mi sono svegliata e ho trovato un sacchettino di carta sul comodino.
Ho sbirciato dentro, poi l'ho aperto e ci ho trovato:
1) biglietto amoroso di "Qualcuno";
2) certificato di garanzia (per la gioia delle mie amiche!);
3) una riviera di brillanti.

"Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!", ho gridato! E mia madre si è precipitata in camera mia convinta che mi fossi sentita male!
"Che c'è? Che hai? Ti senti male? Devi vomitare? Hai dolore?"
"No, mamma, guarda qua!"

E lì s'è sentita male lei.
Credo che abbia pianto, poi riso, poi se non sbaglio mi ha abbracciato.
Boh… ho pochi ricordi e confusi di quel momento!
So solo che è stata una sorpresa incredibile, un regalo inaspettato che mi ha resa felicissima.

Ma la sorpresa è riscoprirsi innamorata ogni giorno di più.
E' accorgersi che veramente stiamo andando per mano nella stessa direzione.
E' continuare, giorno per giorno, a sognare, sperare, progettare.
E di sogni nel cassetto non ne abbiamo tanti, perché, tutto sommato, la nostra vita va benino così. Certo, se io stessi meglio… se non dovessi lottare con le bestie nei polmoni e nell'encefalo… se potessi lavorare… sarebbe tutto più bello, è ovvio.
Ma c'è un sogno, un grande sogno, un gigante sogno, che… potrebbe uscire dal cassetto il 6 di luglio. E io ci spero tanto. E prego per questo. E mi faccio forza per andare avanti e vedere quel sogno realizzato. Perché ce lo meritiamo, porca miseria, sì, anche noi ci meritiamo di gioire e di vedere realizzato un nostro sogno.


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Basta saper aspettare

Venerdì pomeriggio, non so come, ma sono riuscita ad alzarmi dal letto e ad andare a Livorno a fare la tac col mezzo di contrasto.
Ed è stato bello.
No, non fare la tac, ma riabbracciare la dottoressa ElleElle tornata dall'America, la quale mi ha sommerso di regali meravigliosi fra cui… da-da-da-dan… un paio di orecchini di Tiffany!!!!
Se è vero che ognuno ha il medico che si merita, io devo essere proprio una paziente modello per meritarmi tante attenzioni dalla mia oncologa!!!

Anche la serata è stata molto bella: cena a casa della "Babybaby" e di "Gizzu" con "Qualcuno", "D&D", "CdM", Fede, il piccolo Jacopo e la "Giuliadottore". Bello, bello, bello!

Per non parlare poi del sabato mattina: sono andata a Pisa a prendere "el mejor – Zubi – mio marito" all'aeroporto e riabbracciarlo è sempre una gioia indescrivibile.

Ma il bello arriva sabato pomeriggio!
Sono stata a Pietrasanta alla manifestazione "Anteprime" a… conoscere di persona il mio capo!!! Sì, ho conosciuto il direttore de La Stampa Mario Calabresi!!! Era lì per presentare il suo ultimo libro "Cosa tiene accese le stelle" e per dare qualche anteprima sulle prossime puntate della sua trasmissione "Hotel Patria" (tutti i lunedì, su Rai 3,  in prima serata, ve la consiglio!).
E' stato carinissimo! Mi ha fatto un sacco di feste e mi ha regalato il suo libro! E nella dedica mi ha ringraziato per il miele (sì, gli ho portato ad assaggiare il mio miele!) e per il mio coraggio. E non solo, sapete che cosa mi ha detto? "Grazie perché scrivi per noi".
CI RENDIAMO CONTO?!!?
Lui che ringrazia me… Pazzesco!!!
Mi ha fatto sedere accanto a lui mentre firmava dediche e autografi sui suoi libri e lì mi sono sentita una vera privilegiata perché ho avuto la possibilità di ascoltare tutti i complimenti e gli incoraggiamenti che la gente gli faceva. E' stato veramente un bel momento.
E lui è una persona squisita. E io non smetterò mai di ringraziarlo per avermi adottato.

Tutto questo resoconto per dirvi che avevo ragione: passa, tutto passa, bisogna solo avere un po' di pazienza. E anche se ora sono di nuovo ko da due giorni, non importa. Non importa perché intanto non sono a casa mia, ma sono alla casa al mare a Viareggio dello zio di "Qualcuno" e stare a letto, ma poter vedere il mare, i gabbiani e respirare quest'arietta, è tutta un'altra storia. Non importa perché grazie alla dottoressa ElleElle, ai miei Amici, a Qualcuno, alla mamy, al direttore Mario Calabresi, ho fatto il pieno di belle emozioni che mi aiutano a superare meglio questi giorni di totale astenia e disestesia. Non importa perché ormai lo so: tutto passa, basta solo saper aspettare.


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Carramba che sorpresa!!!

Venerdì sono stata in Puglia.
Sì, in Puglia! Giuro!
Ho preso il primo volo della mattina da Pisa e l'ultimo, da Bari, la sera.
Con la mamy, fedele compagna di viaggi e di vita.

Perché questa mattata?
Perché volevo conoscere Sara, la mia "nipotina".
Perché volevo abbracciare Alessandra e Nicola, i suoi genitori meravigliosi.
Perché volevo condividere con tutta la famiglia di Alecomeale (che è un po' anche la mia famiglia…) la gioia di questa nascita.

E quindi siamo andate.
Ah! Piccolo particolare: il tutto a sorpresa!!! Avevo avvertito solo il padre della piccolina, ma gli altri non sapevano niente di niente!

E non vi dico la faccia che hanno fatto!
Le lacrime che abbiamo versato!
Gli abbracci che ci siamo scambiati!
E' stata una giornata indimenticabile e se prima di partire ero un po' scettica e timorosa di fare una cosa sbagliata (sia per il disturbo che avremmo potute dare, sia per il pensiero di non potercela fare, viste le mie condizioni di salute), quando sono salita sull'aereo di ritorno ero così felice e così sicura di aver fatto una bella sorpresa che ogni dubbio è passato.

E Sara è un vero miracolo.
Sara è vita, è gioia, è un dono per tutti.
Tenerla in braccio e parlarci (giuro che l'ho fatto, le ho raccontato tante cose) è un'emozione indescrivibile. Abbracci la vita, stringi un piccolo grande miracolo.
E ho pianto tanto.
Per la gioia certo, ma anche un pochino per il dispiacere di non potere avere figli miei. Non potrò mai donare la vita a nessuno, non potrò mai far diventare padre "Qualcuno", non capirò mai le sensazioni di essere mamma.
Ma va bene, va bene lo stesso.
Ho Sara, ho la Petra, ho tutti i figli delle mie amiche da coccolare e amare.
E se non sarò mamma… sarò una zia, una brava zia! Promesso!


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Tre anni di noi

Se penso all'AnnastaccatoLisa di 3 anni fa, vedo una biondina tutto
pepe, frivola, allegra, leggera. Vestita alla (sua) moda, con capelli
e unghie sempre impeccabili, tacco 12, sorriso Durban's, trucco e
orecchini abbinati, cintura in coordinato con la borsa... una strafi'a.

E se la paragono ad oggi, all'AnnastaccatoLisa, mora, riccioluta,
cicciona, vestita perennemente di nero, con tute e maglie informi, dal
colorito pallido se va bene, grigio/verde a cose normali, zoppicante,
che si fa di morfina e cortisone dalla mattina alla sera, spesso
tristolina e lamentona...

l'unica domanda che mi viene da pormi è questa: come cavolo fa
"Qualcuno" a stare ancora con me?

E le risposte che riesco a darmi sono due: o ha perso la vista, o è un
po' innamorato.

Nonostante le mille difficoltà, nonostante l'aver dovuto affrontare
una cosa più grande di noi, siamo ancora insieme, più affiatati che
mai. E ciò che ci lega non è solo quello che abbiamo condiviso e che
condividiamo tuttora a causa della malattia, no. Non è solo l'amore
per l'apicoltura e l'orgoglio per il miele prodotto dalle nostre api,
no. È l'apprezzare le stesse cose, vedere la vita nello stesso modo,
guardare nella stessa identica direzione, avere gli stessi valori,
amare le stesse cose, sentire le stesse emozioni.

È tutto questo e molto di più che ci fa andare avanti, per mano,
verso un futuro tutto nostro.

Buon anniversario amore mio.
E per stasera proporrei hamburger, patatine e cinema, come non
facciamo da mesi. E... cin cin! Alla nostra!


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Ora che sono viva

Stare accanto ad un malato di cancro è estremamente difficile.
Io lo so, l'ho capito.
Noi siamo malati, ma chi ci sta accanto è una vittima allo stesso modo.
Io per prima, giuro, non so se sarei in grado di affrontare la malattia di un'amica. Mi troverei in difficoltà.
Sì, perché non sai che cosa fare, che cosa dire, come comportarti. Hai paura di essere inopportuno, di sdrammatizzare troppo o di rattristare troppo.
E' difficile, lo so.
Ma il malato di cancro ha bisogno di persone vicine, ha bisogno di affetto.
E io ringrazio tutte le persone che in questo fine settimana mi sono state vicine: "Qualcuno" e la mamy, ovviamente, ma anche le mie amiche Babybaby, Dany, Giuliadottore che, fisicamente sono venute a trovarmi, i miei zii, mia cugina, ma anche tutti gli amici – vicini e lontani – che con i loro pensieri, i loro sms, le loro mails, hanno alleggerito le mie giornate difficili.
E grazie anche ai lettori dei miei blog per tutti i commenti che mi lasciano e le mail che mi inviano.
Grazie, con tutto il mio cuore.
Grazie, perché se da oggi sento che posso cominciare a recuperare un po' è anche grazie a loro, all'amore e alla forza che mi donano.
Mi piacerebbe che tutti i malati di cancro avessero un "cancro-club d'aiuto" come il mio. Lo vorrei tanto.

E vi lascio con questo brano che mi ha gentilmente inviato un lettore del blog.
Nn voglio rattristare nessuno. So che sono vicina alla morte come chiunque altro.
Non voglio far la predica a nessuno. So che non ne ho nessun diritto.
E' un modo per esprimere il mio pensiero utilizzando, però, parole altrui (più adatte di quelle che potrei trovare io).

Ora che sono viva

Preferisco che tu condivida con me qualche minuto
ora che sono viva,
che non una notte intera quando sarò morta.

Preferisco che tu accarezzi soavemente
la mia mano ora che sono viva,
piuttosto che adagi il tuo corpo sul mio cadavere
quando sarò morta.

Preferisco che tu mi faccia una breve chiamata
ora che sono viva,
invece di intraprendere un lungo viaggio
quando sarò morta.

Preferisco che tu mi regali un fiore
ora che sono viva,
che non una corona di fiori
quando sarò morta.

Preferisco che tu elevi a Dio una breve preghiera
ora che sono viva,
che non una messa cantata
quando sarò morta.

Preferisco che tu mi dedichi anche un solo accordo di chitarra
ora che sono viva,
che non una commovente serenata
quando sarò morta.

Preferisco che tu mi reciti una semplice preghiera
ora che sono viva,
che non belle parole sulla mia tomba
quando sarò morta.

Preferisco anche i più piccoli dettagli
ora che sono viva,
che non grandi manifestazioni di affetto
quando sarò morta.

(tratto da: Arnaldo Pangrazzi, Vivere il tramonto. Paure, bisogni e speranze dinanzi alla morte, (Il Sole a Mezzanotte), Edizioni Erickson, 2006 Gardolo – Trento, p. 101; http://www.erickson.it )


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Terapia fatta.
Com'è andata?
Diciamo che è andata.
Gli esami del sangue erano molto buoni e nonostante nessuno ancora riesca a spiegarmi il perché di questa febbrona, di questo vomito continuo e di questa astenia così importante, fa lo stesso: il secondo gettone sulla chemio di Livorno l'ho potuto giocare.
E non solo! Ho anche vinto!
Sì, ho vinto una tac all'encefalo seduta stante!
Ganzo no? Tutte le volte vinco qualcosa in quella beauty farm!
E così me l'hanno fatta.
Referto: encefalo negativo.

No.
Io dico.
Io mi domando.
Ma come si permettono?
Come osano dare del negativo al mio piccolo e povero encefalo?
Cafoni!
Ma non ho detto niente perché pare che vada bene così…
:-)))))

In compenso ho quasi litigato con tre oncologi.
Eh già: la tanto dolce e carina Anna staccato Lisa in realtà è una bestia feroce se la toccano su certi temi!
E l'argomento in questione era il cortisone.
Ahahahah!!! Sciocchi gli oncologi a volte!!!
Ma pensavano davvero che avrei accettato le loro dosi?
Ma credevano davvero che sarei tornata nuovamente schiava di una roba che ha trasformato il mio fisico e non mi fa più riconoscere allo specchio? Ho 25 kg in più rispetto a due anni e mezzo fa', ho delle smagliature su tutto il corpo che sembra mi abbiano frustata, mi si sbriciolano le ossa, sono molto più sensibile al dolore, mi vergogno a farmi vedere in giro…
No, dico, stiamo scherzando?
E così mi sono rifiutata di prenderlo.
O meglio: ho accettato di prenderlo per i primi tre giorni di terapia, poi stop! Si torna alla mia dose minima quotidiana.
Eccheccazzo.
In due anni e mezzo mi son fatta rigirare come un calzino, non so più quanti e quali farmaci ho dovuto ingurgitare… Ora basta! Sul cortisone comando io!

Certo è che, effettivamente, in questi primi due giorni di terapia, non sto proprio malaccio malaccio…
Non ditelo agli oncologi, ma, oltre a dormire molto meno (eppure continuo con la morfina eh! Anche se mi sono autodiminuita le fiale giornaliere, da 4 a 3!), mi sento anche una forza che… mi strapperei il pigiama tipo Hulk, farei il giro dell'isolato a corsa su un piede solo portando in mano due casse d'acqua, laverei la macchina a tutti i miei vicini di casa, farei il cambio di stagione degli armadi a tutto il condominio.



No, va beh, non è proprio così.
La realtà è che non ho ancora messo il naso fuor di casa e tendenzialmente sono fissa a letto… però il pranzo e la cena li faccio in cucina con la mamy e non a letto, sto un po' sul divano e faccio piccole faccende in camera, ho fatto il cambio di stagione di 1/4 di armadio, ho fatto un po' di shopping on line (uff, questo sì che stanca…), ho ricevuto visite (poche e selezionate)… Insomma, il cortisone un pochino mi ha aiutato, ma se pensa di comprarmi in questo modo si sbaglia di grosso!
Vediamo come va nei prossimi giorni, ma intanto posso dire di essere abbastanza contenta.
Anzi no: sono proprio felice!
Ma il cortisone non c'entra nulla!
Il fatto è che nella mia città aprirà finalmente KIKO!!! Così non dovrò andare più a Prato o a Viareggio per comprarmi uno smalto (spesso dai colori improponibili!)!!!
E non solo: aprirà anche TEZENIS!!! Così non dovrò più andare a Pistoia o a Viareggio x comprarmi qualche completino intimo più sbarazzino da alternare a quelli un po' più… ehm… hard!!! 😉
Fantastico tutto ciò!
Perfetto!
Manca solo una cosuccia: uno straccio di stipendio.
Devo veramente ingegnarmi per trovare qualcosa da fare a casa che mi consenta di guadagnare due soldini.
Sì, ma cosa?
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Proposte?
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