Ieri era domenica, il giorno rosso sul calendario, il dì di festa, il giorno in cui anche Lui riposò.
Ok, non importava dirlo, lo sapevamo. Io, invece, ieri mattina, quando me ne sono accorta (sì, lo so, son fuori di testa!) mi son meravigliata perché per me son stati sei giorni identici. Come se avessi passato sei mercoledì oppure tre martedì e tre mercoledì. Mixate voi a vostra scelta. Tutti giorni uguali, passati in casa, in pigiama, a leggere e dormire.
Ieri invece per molti era il giorno del riposo dopo una settimana di lavoro. Molti di voi avranno dormito fino a tardi dopo la "saturday night fever", alcuni saranno andati a Messa, altri a pranzo fuori. Quanti sono andati a sciare oppure a fare una passeggiata al mare, o magari in giro per negozi o all’outlet per accaparrarsi gli ultimi pezzi in saldo? Altri saranno andati allo stadio, magari al cinema, poi aperitivo o cena con gli amici. Altri avranno fatto del sano sesso, si saranno coccolati sul divano davanti ad un dvd. C’è chi è anche andato a ballare, a far casino con gli amici, in un pub, ad una festa o chissà dove. Avete fatto una passeggiata al sole? Bene. O magari qualche lavoretto domestico che rimandavate da tempo. Ah, ops, avete lavorato… ok, è normale, avrei dovuto farlo anch’io, per fortuna c’è ancora qualcuno che lavora la domenica…
Ecco, la cosa pazzesca è che io, ieri, non ho provato rabbia e invidia per tutti voi che potevate avere una domenica normale. No. L’unica cosa che io ieri veramente volevo era stare da sola, a letto, col mio inseparabile peluche, a leggere, scrivere, dormire, bere, fare plin-plin, dormire e dormire. Non ero incazzata, capite? Non ero invidiosa! Non ero rabbiosa! Desideravo quel tipo di giornata e quel tipo di giornata ho avuto.
Ecco, la conclusione è che è assurdo. Questo significa veramente NON RICONOSCERSI. Non è possibile che una agitata come me stia bene in quel modo, chiusa in casa (da una settimana peraltro!), senza vedere anima viva e senza fare nulla di nulla. No, quella non sono io, quella non è l’Anna staccato Lisa, quella è una "malatasololei", quella è una vittima della sua malattia e della sua stessa cura. No no no no no no no!!! Non ci siamo!
L’Anna staccato Lisa deve reagire, ora basta. Una settimana è ok, ma ora si riparte. Io voglio riconoscermi. Voglio essere IO. E oggi sarà il giorno della svolta. Deciso.