Ho il cancro. Il blog di una malata coccolata, viziata, amata, fortunata


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“Quel furbetto del mio gatto” di Tanya Graham ed. Armenia

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“Uno splendido libro regalo dedicato al nostro beniamino, il gatto. Una raccolta di tenerissime foto di cuccioli giocherelloni, curiosi, simpatici e desiderosi di coccole. Un’antologia di perle di saggezza che ci insegnano l’importanza della libertà e dell’onestà. Il valore dell’amicizia e della complicità, la gioia di condividere i momenti di gioco e di tenerezza, e tanto altro ancora per risollevare lo spirito e illuminare ogni giornata con un sorriso.”

 

Un altro regalo super azzeccato!!!

Miao. 😀



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Addio

Alessandro, 36 anni, non ce l’ha fatta.
Non ci siamo mai conosciuti, mai visti, mai sentiti, mai incontrati.
Ma io conoscevo bene la sua storia e lui la mia.
Ci siamo scambiati un bel po’ di libri e un bel po’ di speranza, ma non è servito.
C’è stato il rigetto delle cellule staminali e Alessandro è morto. Perché di cancro si muore e ancora una volta, purtroppo, c’è qualcuno che me lo ricorda.


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“Passi felpati” di Frédéric Vitoux ed. Rizzoli

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“Dalla A di Abissino alla Z di Zen, un’originale e dotta raccolta di curiosità, aneddoti e informazioni sui felini, grande bestseller in Francia, scritta da un autorevole accademico, da leggere saltando da una pagina all’altra guidati semplicemente dalla passione per questi incredibili e misteriosi animali”.

 

Un regalo azzeccatissimo da parte di chi sa bene quanto amo i gatti!!!

Grazie!

Miao.



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“Non avevo capito niente” di Diego De Silva ed. Einaudi

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“Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome come fossero persone di famiglia. La sua famiglia vera, del resto, è allo sfascio: la moglie l’ha lasciato, i due figli adolescenti, amatissimi, hanno i loro sogni e i loro guai.

A Vincenzo Malinconico capitano improvvisamente due miracoli. Il primo è una nomina d’ufficio, grazie alla quale diventa difensore di un becchino di camorra, Mimmo ‘o Burzone, e si trova coinvolto in un’avventura processuale rocambolesca.

Il secondo miracolo si chiama Alessandra Persiano: la donna più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero.

Ma il vero miracolo, per noi lettori, è la voce svagata, digressiva ed eccentrica intorno a cui ruota l’intero romanzo. Il vero miracolo è il pensiero storto e irresistibile di Vincenzo, che riflette su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, seducendoci, di deriva in deriva, fino in fondo.”

 

A parte il finale, un po’ troppo sbrigativo e deludente, il resto del libro è fenomenale!

Una scrittura accattivante, stupefacente, a volte disarmante.

 

Grazie a chi me l’ha consigliato e prestato! 🙂



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Un sabato STRA-ordinario

Ha nevicato.
Tanto, tantissimo.
Erano anni che non nevicava qui da noi. Ed è una meraviglia assoluta.
Mi sento una bambina a guardare la neve cadere. E’ una cosa che mi fa emozionare da morire.

E così sabato pomeriggio sono andata un po’ in collina (dove c’era mooooooooolta più neve che qui)  a sprofondare con i piedi nella neve altissima e a fare a pallate!
Con chi?
Da sola!!! 🙂
Troppo figo!
Mi son divertita da pazzi!
Facevo delle palle di neve giganti e poi le tiravo più lontano possibile… mi sono proprio scaricata!
Poi son tornata a casa, ho montato la Mamy in macchina e l’ho portata anche lei lassù a vedere quello spettacolo. E lei si è dimostrata ancora più bambina di me… Meraviglioso!

Poi l’ho riportata a casa e io sono andata a bere una cioccolata calda con un mio amico di Padova. Non c’è cosa più godereccia di una cioccolata calda quando fuori la temperatura è sotto zero!

Dopo a casa, doccia, cambio medicazione (eh già… la mia ferita non va certo trascurata!), vestita, truccata, improfumata e… via, a cena col Mejor e il mio amico di Padova! Chiacchiere e risate a go-go!

Poi sono andata a prendere il caffè a casa di Lady Mafalda & boyfriend che avevano organizzato una cena di Natale con altri amici ed è stato molto pacevole rivederli tutti! Altre sane risate e sane chiacchiere… che non guastano mai!

Poi, verso mezzanotte, sono andata a casa della Figliaminore. Peccato che, con sei gradi sotto zero, il cancellino di casa sua si fosse ibernato. E così, impossibilitata ad entrare, l’ho salutata dalla finestra e… buonanotte! 🙂

Son tornata a casa e col mio bel pigiamone di pile mi sono infilata sotto le coperte a leggere un ottimo libro.
All’una di notte mi suona il cellulare: il mio AmicoAlto.
"Sei a letto? Dormi?"
"Sono a letto, ma non dormivo, leggevo un libro. Vieni!"

E così siamo stati fino alle quattro di notte a chiacchierare nel "tugurio" di casa mia, con una piccola interruzione per uscire a comprare le sigarette. E’ stato piacevolissimo. Uno scambio reciproco di confessioni, sogni, dubbi, paure, certezze e incertezze. Troppo bello!

Un sabato così non ha prezzo.


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La settimana dei controlli

Questo è veramente un periodo nero.
Non credo sia depressione, credo che sia semplicemente consapevolezza.
Consapevolezza delle proprie condizioni con conseguente disperazione e incapacità di reagire.
Fisicamente sto sempre meglio. Una delle cicatrici, nonostante siano ormai passati 40 giorni dall’intervento, non ne vuol sapere di chiudersi e il braccio destro spesso mi fa male, ma a parte queste due cose il resto va benino.
Stamani ho fatto la visita di controllo trimestrale con la dottoressa ElleElle ed è risultato tutto ok. L’ecografia all’addome e la radiografia al torace sono andate bene.
Quindi procediamo così.
Non dovrei lamentarmi, no? Perché si sa, quando c’è la salute c’è tutto.
Uhm.
Solo chi ha passato una roba come la mia sa che -mutazione genetica a parte- della bestiaccia si può sempre aver paura. Soprattutto ora. Magari col passare del tempo questa paura diminuirà…
Ma lasciamo perdere per un attimo la salute. Facciamo finta che sia veramente tutto ok.
E IL RESTO?!?!
Una tragedia.
La sensazione più forte che ho in questo periodo è che il mondo stia andando avanti senza di me.
Mi sembra di essere una spettatrice.
Tutto e tutti vanno avanti e io sono ferma, immobile, in stand by. E non riesco a trovare la forza per muovermi, per ribellarmi, per scongelarmi.
"El mejor" presto parte. Andrà TRE ANNI a Barcellona per lavoro.
La "Figliaminore" si sta innamorando.
La "Figliamaggiore" parla di una possibile imminente convivenza col suo fidanzato.
La "CdM" aspetta un bambino.
"Dany & Dany" hanno comprato casa. Presto la convivenza e il matrimonio.
"Mio fratello" ha comprato la casa al mare.
"La famiglia photonica" ha comprato la casa in montagna.
E io -mano sul cuore- sono felice per tutti loro. Sono i miei Amici e so solo io quello cha hanno fatto per me. Ognuno di loro si merita tutto ciò che è riuscito a raggiungere.
Ma mi domando: e io?
Perché io non ho diritto ad un attimo di felicità?
Non ho un lavoro (ok, non mi accontento nemmeno, è vero).
Non ho una casa.
La storia con Qualcuno sta giungendo al capolinea.
La mia famiglia è sfasciata.
E poi sì, infiliamoci anche questo, la bestiaccia e tutto ciò che mi ha portato via.

Mi sto piangendo addosso?
Sì, forse sì.
Ma il problema ora è proprio questo: non ho la forza per reagire.
Il mondo va avanti, ma io vorrei tanto scendere.